Premessa: questo post era stato pensato per il giorno dell'Epifania, ma gli avvenimenti di Washington mi hanno fatto passare la voglia di giocare per un pò.
Quindi, lo pubblico oggi: pur parlando di un argomento "leggero" in fin dei conti rivela quanto anche la "superficialità" possa essere insospettabilmente profonda. E quindi... ecco qua.
E chi l'ha detto che un giocattolo è qualcosa di banale o inconsistente?
Questo è quello che comunemente si pensa, ma è la realtà?
Oggi voglio parlare di Barbie, della sua storia, dei suoi abiti 'in miniatura', ed anche dell'importanza educativa dei giocattoli, che dovremmo imparare a considerare strumenti e collaboratori dell'educazione a tutti gli effetti.
Nel post precedente ho accennato al fatto che molte sono le attività dove la progettazione in scala è il primo passo per la realizzazione dell'oggetto finale: quanti sanno che Barbie è nata in un garage di Los Angeles dalla collaborazione di tre persone: Harold Mattson e Ruth ed Elliot Handler?
Mentre Elliott e Harold costruivano modelli in scala di mobili e mobili per le case delle bambole (altro argomento affascinante da esplorare) e creavano la ditta Mattel (Matt-son, El-liot), Ruth Handler cresceva i figli Barbara e Kenneth (eh, già).
Nel 1945, osservando sua figlia giocare con le immagini di carta delle attrici ritagliate dai giornali anziché con i bambolotti da neonato che andavano per la maggiore, Ruth ebbe l’idea di creare una “adulta in miniatura” in 3D, coinvolgendo nell’elaborazione il marito e il socio d’affari.
Dopo qualche prototipo e la conferma che sul mercato mancava una bambola di questo tipo (sola concorrente la Lilli, del tedesco Reinhard Beuthien), Barbie nasce ufficialmente nel 1959 e viene presentata alla Fiera del Giocattolo di New York dello stesso anno, vestita di un semplice costume da bagno a righe, in versione bionda o bruna e con occhiali da sole, Hollywood style.
È un immediato successo e nel solo 1959 ne vengono vendute oltre 350.000!
Siamo alla fine degli anni ’50 e la società vede grandi trasformazioni in atto:
la fase di rinascita dopo le due Guerre Mondiali ha visto crescere l’importanza della moda quale settore trainante dell’economia di molte nazioni;
lo Star System è ormai diventato un settore di grande successo e attori ed attrici sono modelli di riferimento per il grande pubblico (senza dimenticare che già attori come Charlie Chaplin, Buster Keatin e Shirley Temple erano stati “miniaturizzati” in versione bambola per i fan);
le pin-up girl degli anni ’40 e ’50 erano diventate la rappresentazione idealizzata del corpo femminile di successo;
la donna degli anni ’50 e ’60 inizia timidamente ad affacciarsi nel mondo del lavoro in ruoli nuovi e più visibili del passato e “fare la mamma” non è più la sola opzione disponibile.
La nuova bambola interpreta e dà corpo a tutte queste novità e negli anni a seguire Barbie inizia una serie di notevoli trasformazioni che seguono, passo passo, i cambiamenti della donna nella società contemporanea, offrendo alle bambine nuovi modelli cui ispirarsi.
Se all’inizio Barbie era la ragazza un po’ svampita, interessata solo all’estetica e alla moda, negli anni ha offerto modelli più positivi con nuovi ruoli professionali – dall’infermiera alla dottoressa, dalla maestra d’asilo alla docente universitaria, dalla hostess all’astronauta – che hanno ispirato milioni di bambine a cercare nuove – e possibili – realizzazioni personali. Nel 2004 Barbie si è perfino candidata presidente degli Stati Uniti – in concorrenza con il secondo mandato di G. W. Bush Jr. - con tanto di vera e propria campagna elettorale (Partito delle Ragazze)… che, purtroppo, non vinse :-D
Nel 2019 tra le amiche di Barbie è comparso un volto riconoscibile in un ruolo di prestigio: la nuova 'Barbie' astronauta ha oggi il volto di Samantha Cristoforetti!
Né sono mancate le polemiche: consapevoli che un giocattolo non è solo un oggetto con cui trastullarsi, ma un vero e proprio “exemplum”, e possibile ideale di vita, molte associazioni di genitori e di psicologi hanno protestato nel tempo per il ruolo eccessivamente legato alla sessualizzazione del corpo della donna nonché al consumismo proposto inizialmente da Barbie, e la Mattel nel tempo ha elaborato soluzioni alternative.
È nata così la famiglia allargata di Barbie, con figure maschili oltre che femminili, famiglie tradizionali e non convenzionali, donne di successo e donne “normali”, amici ed amiche di diverse etnie, disabilità temporanee o permanenti, e poi figli, nipoti, nonni e una valanga di animali da compagnia, inclusa un’orca (sì, lo so, magari questa non è proprio “da compagnia”, però è inclusa nel Barbie-universo :-D ).
Ma, soprattutto, è stato il corpo di Barbie a modificarsi nel tempo, adattandosi alle richieste della nostra società:
dall’iniziale – ed inarrivabile – modello pin-up dai piedini minuscoli, la vita di Barbie si è allargata e perfino i piedi sono ‘cresciuti’ verso proporzioni molto più razionali, il seno si è ridimensionato ed, in generale, Barbie ha acquistato un aspetto molto più naturale ed attento ad uno stile di vita sano e salutare.
Ben quattro forme del corpo, sette tonalità di pelle e ventidue colori di occhi diversi rendono la Barbie un modello di donna rappresentativo dei nostri tempi globalizzati.
Di lato, Barbie con le amiche Kayla e Christie
Icona Pop per eccellenza, Barbie non ha mancato di attrarre l'attenzione della grande Moda e sono moltissimi i designer che si sono impegnati ad offrirle un guardaroba veramente eccezionale: Dior, Yves Saint Laurent, Oscar de la Renta, Versace, Benetton.
Nel 2009, per i 50 anni di Barbie, una mega sfilata in 'stile Barbie' nella Settimana della Moda di New York, ha visto la partecipazione di ben 50 tra i più famosi designer, tra cui Tommy Hilfiger, Moschino, Karl Lagerfeld, Vera Wang, Calvin Klein, mentre nel 2019, per i 60 anni, Patrizia Pepe ha omaggiato Barbie con una capsule collection presentata a Pitti Bimbo (Firenze), e la stessa Barbie è diventata editor di Vogue Italia intervistando Alberta Ferretti (one-of-a-kind-doll), celebrando proprio una delle stiliste che maggiormente ha incarnato il sogno di ogni bambina di poter "essere tutto ciò che desideri!".
Nel 2010 è uscito il film "Barbie, Magia della Moda" (William Lau, Universal Studios Home Entertainment) che ripropone in versione 'Barbie-romanzata' il decennale rapporto di Barbie con il fascino della creazione di abiti fantastici da far indossare alla propria mini-modella.
Di nuovo nel 2016, stavolta a Milano (Palazzo Morando, 21.09.2016), sono stati gli stilisti di Cavalli, Courrèges, Etro, Fay, Ferragamo, Iceberg, Philosophy, Pucci, Rochas e Tod's, a presentare dieci look creativi e personalizzati per Barbie, che sono stati poi prodotti da Mattel per la gioia dei collezionisti.
Già, perché non è da sottovalutare anche questo aspetto del mondo Barbie: non ci giocano solo le bambine, a conferma del fatto che il fascino della 'miniaturizzazione' è molto più apprezzato di quel che si pensa.
I collezionisti di Barbie sono centinaia di migliaia, ogni anno muovono un mercato stimato in milioni di dollari e non si contano i siti dedicati al collezionismo Barbie, con ogni possibile versione sul mercato. Non mancano Barbie personalizzate, in porcellana, limited edition, one-of-a-kind-doll, e dedicate a serie Tv, Cult movies, personaggi dello Star system, della politica e del mondo scientifico.
Insomma, Barbie rappresenta davvero uno spaccato della nostra società, con tutti i suoi aspetti più luminosi... ed anche qualcuno oscuro, sui quali ... "ci sta lavorando".
Un po' come ciascuno di noi, in fin dei conti, no?
Altro che "Bambola"!
Per approfondire:
Gerber R., Barbie Forever: Her Inspiration, History and Legacy, 2019
Gerber R. Barbie and Ruth, the Story of the World's Most Famous Doll and the Woman Who Created Her, 2010
Germano I., Barbie: Il fascino irresistibile di una Bambola leggendaria, 2000
Stone T.L., The Good, The Bad and the Barbie: A Doll's Story and Her Impact on Us, 2010
Kommentare