Quando ero una ragazzina casa nostra era sempre piena di spilli, fili e stoffe di ogni genere. Come molte altre donne del suo tempo, mia madre ha svolto molti lavori connessi alla sua attività principale, la sarta. Dapprima a cottimo, lavorando da casa, poi in una grande sartoria teatrale come caposarta, poi responsabile di un laboratorio di confezione, poi commessa per una boutique di alta moda, infine il suo negozio...
Io seguivo, ascoltavo, toccavo tessuti e imparavo a fare i punti-molli. Senza nemmeno rendermi conto imparavo la 'mano' dei tessuti, le accortezze delle rifiniture, il calcolo dei quantitativi, il drappeggio e il cartamodello: un mestiere affascinante, creativo e pieno di sfide, anche se mia mamma continuava a ripetermi "ricorda, la terra è bassa e l'ago è pesante"... saggezza contadina e operaia.
Ma, anche se facevo ormai l'università, io sapevo che il mio mondo sarebbe stato quello e sono stata tra le prime a fare una tesi sperimentale con l'analisi di abiti storici dal punto di vista storico-critico e sartoriale: Janet Arnold docuit.
In tutto questo, lo studio e la conoscenza del tessuto è stato fondamentale, anche se tra gli anni Ottanta e Duemila la produzione delle stoffe è andata sempre più verso l'uso del sintetico anche in mescola con le fibre naturali, rendendo molto più difficile l'identificazione delle fibre, mentre la rapida evoluzione dei jacquard e delle stampe ha reso infinita la potenzialità di produzione dei motivi decorativi.
Per questo, oggi, nel cercare di restituire l'aspetto e le tecniche degli abiti antichi si affrontano due problemi principali: le stoffe attuali sono raramente del tutto naturali, e quando lo sono hanno costi mediamente un po' più alti; i moduli decorativi, anche quando si ispirano consapevolmente al passato, sono semplificati o esasperati o resi in modo volutamente più 'libero' che negli originali - vuoi per forme che per colori. L'alternativa sarebbe di farsi fare il tessuto come nell'antichità, ma anche questo non è facilissimo: i telai di oggi non sono più come quelli antichi e, del resto, il costo di una simile produzione sarebbe decisamente elitario. Soprattutto si deve saper riconoscere quale tessuto sia più adatto ad un periodo storico piuttosto che ad un altro, perché anche le stoffe hanno seguito evoluzioni e mode, ed è meglio dimenticarsi della falsa idea che nel passato la produzione tessile era 'rozza'!
Ecco perché diventa indispensabile tornare a conoscere i tessuti: saper distinguere tra i più e i meno adatti per un progetto specifico, ad un'epoca storica, ad un modello, alla resa del personaggio.
Anche di questo parleremo domenica prossima a Narni, ma non mancheranno occasioni per riproporre questo tema anche su queste pagine e nei nostri appuntamenti online ;-)
A presto!
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